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Con te è diverso…

… ma bello come la prima volta.

Mi hai fregato! L’arsenale per affrontare il pomeriggio c’era tutto: settimana enigmistica, riviste di arredamento, iPhone carico e livelli di Candy Crush a iosa. Poi di colpo si apre la porta: ‘Venga presto!’… Ma che è a me? No perché io c’ho da aspettare… 5cm… mia suocera m’ha rassicurato…
Razionalizzo che sono l’unico in sala d’attesa e mi precipito ad indossare il camice e i copriscarpe… Quanto c’avrò messo? 5 secondi? Entro in sala parto e tu sei già fuori che strilli e ti agiti mentre il pediatra ti visita… Non mi offendevo mica se aspettavi qualche altro secondo. E allora… piacere Cristina sono papà, benvenuta!
Penso: so come muovermi, cosa fare, come andrà  a finire… questa parte del film l’ho già  vissuta… ma poi ti guardo, guardo la tua sorellina e mi rendo conto che in realtà  non so come muovermi, non so cosa fare, non so come andrà  a finire.
Che bella cosa è la vita!

E tu chi sei?

Già, chi sei? Ti presenti (si fa per dire) all’improvviso, in un attimo, senza chiedere permesso, senza dire piacere… ti presenti e strilli… strilli e pretendi aiuto… un aiuto speciale che solo due persone particolari possono darti. Ti abbiamo vista crescere per nove mesi senza mai il piacere di vederti in faccia… ma poco importa perché tanto c’ l’immaginazione (gran bella invenzione ma da migliorare)… sei cresciuta tanto che a volte mi sembravi già  matura, autonoma… bello rispondere agli spintoni sulla pancia di mamma eh!? E ora? Che mi combini? Torni piccola? Non so da dove prenderti tanto sei piccola. E’ vero che mi basterebbe una mano per tenerti tutta, ma come?
Non è facile. Non è facile prenderti in braccio, ma soprattutto non è facile pensare all’immensa responsabilità che abbiamo nei tuoi confronti. “Papà  vai un po’ a vedere che hai combinato”, mi ha detto il ginecologo. Papà? Ma dici a me? E che ho combinato? Per ora una cosa bella, molto molto bella… e spero e prego di continuare su questa strada.
Devo ancora ammortizzare il colpo… sono stanco e confuso in questo momento… ma sono abbastanza lucido per capire che, in realtà , sei sempre stata parte di me… ti voglio bene piccola mia.

Great Day

E che sarà mai? Un giorno come un altro alla fin dei conti: l’unica differenza, cito le parole di un conoscente, è che al posto di dormire ad una parte dormirai all’altra. E sti cazzi! Quant’è importante quel dormire? Oggi inizierò a scoprirlo anche se una mezza e vaga idea ce l’ho.
Inizia un nuovo cammino con poche discese e tante salite; e le salite le preferisco perchè sono più dure e più lente, perché vanno vissute più delle discese, perché inevitabilmente impari a conoscerle meglio: a rotolare per una discesa ci vuol poco, quasi nulla.

Dal Vangelo secondo Matteo 6, 25-34

Non affannatevi per il domani.

In quel tempo, Ges? disse ai suoi discepoli:

? Io vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale pi? del cibo e il corpo pi? del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, n? mietono, n? ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse pi? di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, pu? aggiungere un’ora sola alla sua vita?

E perch? vi affannate per il vestito?

Osservate come crescono i gigli nel campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste cos? l’erba del campo, che oggi c’? e domani verr? gettata nel forno, non far? assai pi? per voi, gente di poca fede?

Non affannatevi dunque dicendo: ?Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Non affannatevi dunque per il domani, perch? il domani avr? gi? le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena?.